Trieste: successo per Magazzino 18 di Cristicchi

 

 Trieste, Teatro Rossetti, stagione 2022/23 

MAGAZZINO 18


scritto da Simone Cristicchi con Jan Bernas
con Simone Cristicchi
regia Antonio Calenda
con l’Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
diretta da Valter Sivilotti
con la partecipazione degli allievi di On Stage – School of Performing Arts
musiche e canzoni inedite Simone Cristicchi
musiche di scena e arrangiamenti Valter Sivilotti
scene Paolo Giovanazzi
luci Nino Napoletano
coproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Bolzano, Corvino Produzioni

 

Trieste, Teatro Rossetti , 12 febbraio 2023

‘Magazzino 18’ è uno spettacolo nato, anni fa, dopo una visita di Simone Cristicchi fece all’omonimo capannone all’interno del Porto Vecchio di Trieste dove erano stipate, dalla fine degli anni Quaranta, gli   oggetti che gli esuli giuliani avevano spedito prima di abbandonare le loro abitazioni in Istria e Dalmazia, nella  speranza di poter ritrovare un domani una quotidianità tranquilla, che invece di fatto gli venne negata.

Italiani costretti a lasciare la loro patria, condannati ad una ingiusta diaspora dolorosa e violenta, anche se meno allucinante del destino degli infoibati, uomini spesso incolpevoli e comunque mai regolarmente processati, gettati di notte nelle buche carsiche, condannati per la colpa grave di esistere, occultati per anni da un velo di ignobile silenzio delle istituzioni e degli intellettuali che seppero, incuranti di valori e persone, girarsi dall’altra parte con una indifferenza che ha dilaniato la nostra fiducia nella volontà di verità.

A dieci anni dalla prima assoluta, all’epoca accolta trionfalmente, Cristicchi ripropone lo spettacolo, sempre con la regia poetica di Antonio Calenda, proprio nei Giorni della Memoria , ottenendo vincendo con una serie di sold out clamorosi.

La tournée che porterà lo spettacolo in moltissime piazze dell’Italia del Nord, parte da Trieste, che ancora ospita le masserizie degli esuli giuliano dalmati e che  ancora vive le contraddizioni e le sofferenze di un secolo che l’ha ferita, con la Risiera, le Foibe, i racconti delle azioni repressive dei nazisti sul Carso, persino con  il periodo del governo americano, che la faceva zona protetta ma ancoraseparata dal resto della penisola.

La partecipazione ed il coinvolgimento del pubblico è sicuramente differente da quello di altre platee: si parla di amici, di vicini, di fratelli, di familiari e l’intero spettacolo è seguito con una partecipazione rara. Si sentono singulti trattenuti a fatica, silenzi parlanti, applausi affettuosi, che profumano di anarchica voglia di  verità.

Per le date  tergestine sono stati coinvolti: l’Orchestra della Fondazione Lirica Giuseppe Verdi, che risponde con grande eleganza ed apprezzata sensibilità alla proposta, diretta dal Maestro Valter Sivilotti, che riesce a trasformare il suono in autentica poesia; i bravissimi allievi di On Stage – School of Performing Arts, che oltre a cantare  con intensità le pagine per coro, si muovono in scena come consumati attori.

Lo spettacolo  è molto intenso. Due ore serrate, nelle quali Cristicchi non si risparmia.

Non lo fa mai, in qualunque spettacolo, ma in questa occasione il suo lavoro appare ancora più  totalizzante, sia quando recita che quando canta le canzoni scritte per ‘Magazzino 18’.

Legge le vite delle persone attraverso gli oggetti che abitano il palcoscenico, nella riuscita scenografia di Paolo Giovanazzi, illuminata con bravura da Nino Napoletano, regalandoci sfumature attente, giocando con i suoni, trasformando la voce riuscendo a dare vita a coloro cui l’esistenza è stata strappata.

Il testo è costruito con sapienza.

Protagonista è un impiegato del Ministero, tale Persichetti, un archiviatore un po’ burino, mandato per sgomberare il magazzino.

Non ha idea di quello che lo aspetta e pian piano la scoperta lo coinvolge, lo sconvolge, lo appassiona.

A lui anche la possibilità di regalare qualche sorriso, un attimo di pausa fra un racconto drammatico ed una storia sconvolgente, fra i pezzi di vita evocati con struggente malinconia, senza indugiare sugli effetti facili, le sottolineature  truculente, nonostante tutto sia drammatico, tragico, vile e soprattutto ingiusto.

Alla fine una gigantesca standing ovation saluta tutti i partecipanti allo spettacolo, segno di una gratitudine commossa e riconoscimento di un successo autentico, per un artista coraggioso, che conosce come pochi il significato coraggioso e poetico della verità.

Gianluca Macovez

Magazzino18 Cristicchi

Magazzino18 Cristicchi

Magazzino18 Cristicchi

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