Leonora Armellini al Teatro Filarmonico, tra virtuosismo e impulsività.

Leonora Armellini protagonista dei capolavori romantici di Chopin e Dvořák in concerto al Teatro Filarmonico, tra virtuosismo e impulsività

 

La giovane padovana, premiata al Concorso Chopin di Varsavia, è al pianoforte con l’Orchestra della Fondazione Arena diretta da Francesco Ommassini

 

venerdì 5 novembre, ore 20

sabato 6 novembre, ore 17

Teatro Filarmonico – Verona

 

 

 

Incastonato fra le ultime recite di Così fan tutte, venerdì 5 e sabato 6 novembre prorompe l’Ottocento tardoromantico dei massimi compositori del cuore dell’Europa orientale con capolavori di sinfonismo monumentale e virtuosismo brillante. Il maestro veneziano Francesco Ommassini guida l’Orchestra areniana nella trascinante Sinfonia n. 8 in Sol di Dvořák e nel primo Concerto per pianoforte e orchestra di Chopin, con il trionfale ritorno a Verona della giovane Leonora Armellini, giovanissima gloria e prima Italiana premiata al più ambito e importante Concorso pianistico internazionale, lo Chopin di Varsavia.

Il Concerto n. 1 in mi minore è una delle pagine oggi più note di Fryderyk Chopin (1810-1849): il massimo compositore polacco e maestro del pianoforte aveva destinato le più grandi ambizioni sinfoniche e virtuosistiche a questo ampio concerto romantico, pubblicato prima del Secondo in fa minore, ma composto in realtà poco dopo, tra la primavera e l’estate del 1830. Dedicato al predecessore e virtuoso Kalkbrenner, esponente esemplare della musica della Restaurazione, quello in mi minore di Chopin si distacca dalla gradevolezza dei contemporanei concerti in stile “Biedermeier” per una malinconia romantica personale e radicata nella propria terra, quella Polonia che non lo aveva sostenuto ancora giovane e che lo avrebbe salutato per sempre proprio dopo la prima esecuzione di quest’opera, di successo ma inosservata per la stampa locale. Chopin partì per l’estero «per vocazione e buonsenso» e non avrebbe fatto più ritorno in patria se non, dopo la morte precoce, con il proprio cuore, custodito nella chiesa di Santa Croce a Varsavia per volontà del compositore. Il primo e più esteso movimento si apre con un tema maestoso e austero nella tonalità di impianto e prosegue sempre con l’orchestra che espone anche il secondo tema, più gentile e cantabile: solo dopo fa il suo ingresso il pianoforte, protagonista marziale, quindi melanconico, infine tempestosamente virtuoso in un dialogo crescente e serrato con la compagine sinfonica. Tutt’altra atmosfera è quella della Romanza (con lessico mozartiano): il secondo movimento è un’evocazione delicata e nostalgica di chiaro di luna primaverile, come testimoniato dalle lettere dell’autore. Il virtuosismo si scatena nel trascinante ultimo movimento: un Rondò energico dalla melodia vivace e ritmicamente spigolosa, pervasa dal Krakoviac, antica e sincopata danza popolare polacca.

Proprio sulle ultime note di questo Rondò, pochi giorni fa, prima ancora che fosse conclusa la coda orchestrale, l’uditorio di Varsavia esplodeva in un applauso fragoroso sancendo il trionfo di Leonora Armellini al XVIII Concorso pianistico internazionale dedicato a Chopin, che si tiene ogni cinque anni dal 1927 e rimane ad oggi tra i più attesi e ambiti, consacrando talenti come Maurizio Pollini, Martha Argerich, Krystian Zimerman, Danil Trifonov. Già vincitrice giovanissima del premio “Janina Nawrocka” all’edizione 2010, Leonora Armellini è salita al quinto posto assoluto nella seguitissima competizione 2021, tra ottantasette selezionati da tutto il mondo. La giovane padovana, classe 1992, formatasi con Laura Palmieri, Lilya Zilberstein e Boris Petrushansky, ha vinto inoltre il Premio Venezia 2005, il Premio Abbiati e il Galileo nel 2013 e da allora si esibisce regolarmente come solista e in formazioni cameristiche nelle più importanti sale da concerto del mondo, da New York a San Pietroburgo, da Parigi al Giappone, passando per Lugano e la Corea del Sud e incidendo per diverse etichette discografiche il grande repertorio dell’Ottocento.

Nel segno della spontaneità di linguaggio personale e ricchezza melodica, la seconda parte del programma presenta la Sinfonia n. 8 in Sol maggiore dell’illustre ceco Antonìn Dvořák (1841-1904): si tratta di una delle sue pagine più note e tra le sinfonie meglio riuscite del XIX secolo. Stesa nel 1889 in poco più di due mesi ed eseguita per la prima volta, diretta dallo stesso autore, il 2 febbraio 1890 al Teatro Nazionale di Praga, è caratterizzata da un discorso musicale di grande fluidità, sempre in equilibrio fra tradizione mitteleuropea e influenze folkloriche boeme, dal grande fascino melodico e dalla brillante orchestrazione. La sinfonia si apre con un malinconico tema in sol minore, che crea un’atmosfera sospesa fino all’arrivo del flauto, quasi un suono di natura, ad aprire le danze di un movimentato Allegro con brio, caratterizzato dal contrasto di diverse cellule tematiche. L’impressione di paesaggio sonoro romantico è acuita nel secondo movimento: l’Adagio è infatti un susseguirsi originalissimo di momenti illuminanti e sperimentali nella forma e nella sonorità, al confine con il poema sinfonico, in cui l’apparente libera inventiva non perde mai di vista il tema conduttore dei legni. Il terzo movimento è aperto e chiuso da un languido valzer, di nuovo in minore, intervallato da una danza popolare in ritmo binario che richiama alla memoria l’enorme successo delle Danze slave dello stesso Dvořák. L’influenza boema è percepibile anche nel finale Allegro ma non troppo, aperto da una fanfara cui segue un tema più maestoso esposto dagli archi: gli episodi si alternano in un continuo crescendo, con ironici trilli e fortissimo, fino allo stemperarsi di ogni tensione in una coda festosa.

Tra la prima e la seconda parte del concerto è previsto un intervallo. La durata complessiva del programma musicale è di 80 minuti circa. Per l’accesso agli spettacoli della Stagione Artistica 2021 al Teatro Filarmonico, sono applicate le disposizioni sanitarie in materia di prevenzione CoVid19, tra cui l’EU-digital CoVid certificate (“Green pass” o altri certificati previsti dalla legge) e l’uso della mascherina chirurgica per tutta la durata della permanenza in Teatro. Ulteriori informazioni sono consultabili alla pagina web https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico/info-covid. È possibile acquistare il proprio biglietto per lo spettacolo secondo le tariffe 2020, sia online che presso la Biglietteria centrale di via Dietro Anfiteatro. Nei giorni di spettacolo è inoltre attiva la Biglietteria di via Mutilati a partire da due ore prima dell’inizio del concerto.

Fondazione Arena è orgogliosa di riaprire allo spettacolo dal vivo e ringrazia gli sponsor ufficiali della Stagione Artistica 2021: Banco BPM e METINVEST. Banco BPM da dodici anni con il suo sostegno consente di offrire alla città occasioni di cultura e svago; sostenere la Fondazione Arena, significa infatti dare continuità alle proprie radici solidaristiche e promuovere la cultura in tutte le sue espressioni. Anche quest’anno ha scelto di essere al fianco di Fondazione Arena il gruppo METINVEST, multinazionale del settore minerario e dell’acciaio, che, attraverso la sua controllata Ferriera Valsider, sostiene la programmazione artistica del Teatro Filarmonico.

 

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Leonora Armellini – pianista

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LEONORA ARMELLINI

Pianista

Vincitrice del Premio Janina Nawrocka per la “straordinaria musicalità e la bellezza del suono” al Concorso Pianistico Internazionale Chopin di Varsavia nel 2010, e del Quinto Premio all’edizione del 2021, Leonora Armellini è la prima donna italiana ad aver scalato le vette della competizione considerata come il vertice del pianismo mondiale. 

Figlia d’arte, si avvicina allo studio del pianoforte con Laura Palmieri a quattro anni e a dodici si diploma ottenendo il massimo dei voti con lode e menzione speciale. Nel 2005 vince all’unanimità il XXII Premio Venezia, riservato ai migliori diplomati dei Conservatori Italiani, e prosegue la sua formazione con Sergio Perticaroli presso l’Accademia di S. Cecilia di Roma, diplomandosi a diciassette anni con lode e diventando così la più giovane diplomata della prestigiosa Istituzione. Si perfeziona con Lilya Zilberstein e Marian Mika, e si diploma presso l’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola con Boris Petrushansky nel 2018.

Fra i numerosi premi e riconoscimenti per le sue qualità artistiche e umane, riceve nel 2013 dalle mani di Zubin Mehta il premio Galileo 2000 Pentagramma d’oro per il “grande coraggio e talento musicale”. Nel 2013 l’Associazione Nazionale Critici Musicali decide di assegnare il XXXII Premio Abbiati, Premo Piero Farulli, al Trio formato da Leonora, Laura Marzadori e Ludovico Armellini (pianoforte, violino e violoncello). Tiene regolarmente concerti come solista e camerista per festival e stagioni concertistiche in Italia e all’estero: Carnegie Hall di New York, Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Salle Cortot di Parigi, Filarmonica di Varsavia, Teatro La Fenice di Venezia, Progetto Martha Argerich a Lugano, e in tutta Europa, Cina, Corea del Sud e Giappone, ed è affiancata da numerose orchestre fra cui la Filarmonica di Varsavia, l’Orchestra di Padova e del Veneto, I Solisti Veneti, la Filarmonica di Torino, l’Orchestra del Teatro La Fenice, dell’Arena di Verona, Nazionale Ucraina, la Sinfonia Varsovia, la Sinfonica della Filarmonica di Lodz. È protagonista di numerosi progetti discografici; di più recente uscita sono il DVD Piano Recital contenente, tra gli altri, gli Studi op. 25 di Chopin, e un CD contenente il Concerto per due pianoforti e orchestra di Poulenc, la Scottish Ballad di Britten e la Première Suite di Debussy nella formazione del Duo Pianistico di Padova (con Mattia Ometto) e l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Luigi Piovano. Nella stessa formazione incide l’integrale dell’opera per due pianoforti di Brahms.

Viene invitata da radio e televisioni italiane ed estere per trasmissioni, interviste e concerti, fra i quali i Concerti del Quirinale e l’apparizione come ospite al Festival di Sanremo 2013. A fianco di Matteo Rampin scrive e pubblica nel 2014 il libro di divulgazione musicale Mozart era un figo, Bach ancora di più, giunto ormai alla settima edizione e tradotto in spagnolo.

Al Teatro Filarmonico di Verona debutta nel 2011; nel 2017 prende parte al sesto appuntamento sinfonico.

Torna per la Stagione Sinfonica 2021 per il concerto Virtuosismo e impulsività.

 

Biglietti e prezzi STAGIONE SINFONICA 2021: Posto unico numerato

INTERO                                € 26,00

RIDOTTO                             € 22,00

RIDOTTO OVER 65             € 17,00

RIDOTTO UNDER 30           € 10,00

I possessori di voucher relativi alla Stagione Sinfonica 2020 potranno riscattarli presso la Biglietteria centrale.

 

Biglietteria Arena di Verona

Via Dietro Anfiteatro 6/b, 37121 Verona

Tel. 045 596517 – Fax 045 8013287

Call center 045 8005151 – Punti di prevendita Geticket

Orari

da lunedì a venerdì                        10:30-16:00

sabato                                               09:15-12:45

biglietteria@arenadiverona.itwww.arena.it

 

Biglietteria Teatro Filarmonico

Via dei Mutilati 4/k, 37121 Verona

Tel. 045 8002880 – Fax 045 8013266

Apertura due ore prima dello spettacolo

biglietteria@arenadiverona.itwww.arena.it

Punti di prevendita Geticket

 

Venerdì 5 novembre · ore 20.00

Sabato 6 novembre · ore 17.00

Teatro Filarmonico

 

Virtuosismo e impulsività

12° concerto Stagione Sinfonica 2021

Francesco Ommassini Direttore

Leonora Armellini Pianoforte

 

Fryderyk Chopin

Concerto n.1 in mi minore per pianoforte e orchestra, op. 11

  1. Allegro maestoso
  2. Romanza: Larghetto
  3. Rondò: Vivace

 

* * *

Antonín Dvořák

Sinfonia n. 8 in Sol maggiore, op. 88

  1. Allegro con brio
  1. Adagio
  2. Allegretto grazioso
  3. Allegro ma non troppo

 

ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA

Durata complessiva: 100 minuti circa, compreso un intervallo.

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