Sergej Vasil’evič RACHMANINOV, la Scuola Russa tra Romanticismo e innovazione

Sergej Vasil’evič RACHMANINOV, la Scuola Russa tra Romanticismo e innovazione

 

La nuova monografia su Sergej Vasil’evič RACHMANINOV

di Salvatore Margarone

 

Recensione di Tiziano Thomas Dossena

New York, 4 Novembre 2017

Rachmaninov

Una monografia che diventerà sicuramente un prezioso libro di riferimento e consultazione per gli studenti di musica, e di piacevole lettura per gli appassionati, Sergej Vasil’evič RACHMANINOV, la Scuola Russa tra Romanticismo e innovazione è in realtà molto di più, offrendo al  lettore che ama scoprire i lati nascosti dei grandi personaggi storici o culturali ‘chicche’  piacevolmente sorprendenti su questo pianista-compositore che molto spesso è conosciuto, erroneamente, per la sua ombrosità. Salvatore Margarone riesce difatti a presentare un ritratto poliedrico di questo genio musicale che non può non affascinare il lettore. Lo fa senza perdere il riferimento storico musicale, necessario strumento d’informazione per i lettori del settore, e riesce a presentare interi capitoli che parlano delle creazioni musicali di Rachmninov con un linguaggio di compromesso, cioè mirato ad istruire senza però mai diventare troppo didattico o tecnico da emarginare il lettore comune, che di preparazione musicale e di conoscenza delle varie tecniche compositive ne sa poco o niente. È questo un pregio che ben pochi dimostrano in questo settore di pubblicazione, dove molto spesso il linguaggio accademico riesce a confondere anche i lettori esperti  e diventa un mattone difficile da digerire.

L’opera di Margarone comprende vari capitoli sulla vita e le disavventure di Rachmaninov, dalla nascita agli esordi a soli sedici anni nel 1888 fino ai grandi successi e alla morte nel 1943. In questi, l’autore intercala un ottimo capitolo sul sinfonismo in Russia tra il 1850 e il 1914 che permette di capire l’inserimento di questo compositore nella società musicale russa di quei tempi. È proprio in questi capitoli sulla sua vita che Margarone eccelle nel presentarci il “vero” Rachmaninov, genio a volte incompreso, disciplinato, romantico, preoccupato delle critiche alle sue opere al punto di non voler più comporre, assorbito alla fine dalle sue attività di pianista che faranno ridurre, per necessità, quelle di compositore; un uomo, quindi, molto più complesso e simpatico di quello che la stampa ha dipinto nel passato.

Rachmaninov

I capitoli sulle sue composizioni sono vari, ben distribuiti, istruttivi, e chiaramente esaustivi, anche se relativamente brevi. C’è anche un capitolo a titolo Rachmaninov e Skrjabin: due talenti a confronto, un’interessante storia delle loro somiglianze e differenze sia di personalità sia delle loro composizioni musicali, che di diritto apparterrebbe nella sezione sulla vita, con un piacevole aneddoto finale che mostra il perchè molto spesso Rachmaninov era considerato ombroso, e un capitolo sul nazionalismo in musica che parla delle varie scuole nazionali musicali in Russia, Norvegia, Finlandia, Cecoslovacchia, Spagna, Ungheria, Inghilterra e Italia, complementare a quello sul sinfonismo, che permette di comprendere in quale substrato musicale il genio di Rachmaninov germogliò. L’elenco delle sue opere completa l’opera.

Una monografia, quindi, ben strutturata e ricercata che otterrà indubbiamente il successo che si merita.

Ed. Casa Musicale Eco – Monza 2017

Da: http://lideamagazine.com/sergej-vasilevic-rachmaninov-la-scuola-russa-tra-romanticismo-e-innovazione/

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