La Bohème al Teatro Massimo di Palermo.

La Bohème al Teatro Massimo di Palermo.

 

Ovazioni a Desirée Rancatore per il debutto della sua Mimì al Teatro Massimo di Palermo

 

Bohème - Palermo 2021

 

Una soffitta, quattro amici squattrinati, un bar, una fioraia ed una donna frivola sono gli ambienti ed i personaggi principali di quest’opera pucciniana ambientata in una Parigi bohémien messa in scena al Massimo con la regia di Mario Pontiggia, i bei costumi di Francesco Zito e le scenografie di Antonella Conte.

Dopo un prima che ha visto sul palcoscenico palermitano Angela Gheorghiu e Stefan Pop tra i protagonisti, al secondo appuntamento si doppia con un secondo cast che non ha nulla da invidiare al primo. Sul palcoscenico una palermitana doc, Desirée Rancatore che ha vestito per la prima volta i panni di Mimì. Un altro ruolo si aggiunge così alla lista del soprano che, conosciuta all’inizio della sua carriera come coloratura, poi come soprano lirico di agilità, è approdata in maniera eccellente al lirico con una Mimì da brividi. La visibile emozione della Rancatore alle ovazioni del pubblico, hanno reso ancora più umana questa donna così poliedrica che spesso sbalordisce ancor di più per la tenacia con cui affronta in modo sempre perfetto i ruoli che porta sul palcoscenico.

È stata una lezione di canto la sua, come anche la sua recitazione che insieme hanno dato vita ad una interpretazione incredibilmente affascinante e realista. La sua voce ha risposto esattamente alle volontà interpretative con filati diamantini e dolcezza vocale. Una Mimì che ha colpito e affondato gli scettici che negli anni hanno criticato alcune scelte del repertorio di questo soprano che, tenace, agguerrita e sapientemente preparata, ha affrontato tutto e zittisce tutti con una grandissima professionalità. Già alla fine della prima aria scroscianti gli applausi che ha ricevuto dal pubblico del suo Teatro, e che hanno confermato lo spessore di questo soprano.

Sin dalle prime note si percepiva che sarebbe stata una Mimì perfetta, e così è stata fino alla fine dell’opera, che ha portato il pubblico presente ad un’esplosione di applausi e acclamazioni che hanno fatto scoppiare in lacrime Desirée. L’abbiamo seguita altre volte in importanti debutti, come quello di Norma di non molto tempo fa, e ancora una volta scesa la tensione accumulata per lo studio intensivo ed approfondito del personaggio che la porta ad incarnare così tanto i personaggi, scendono anche le lacrime, naturalmente di gioia per la soddisfazione di aver fatto emozionare ancora una volta il pubblico.

Bravissima anche Musetta, affidata a Federica Guida. Finalmente una Musetta civettuola ma non stridula vocalmente. Con voce perfetta, brillante e adamantina Federica Guida riesce a portare fino alla fine un personaggio pucciniano a cui da dignità e femminilità.

Non da meno Giovanni Sala, nei panni di Rodolfo. Giovane, appassionato ed in sintonia con la sua Mimi, ha affrontato con grande professionalità un ruolo non semplice: ricco di sfumature e di accenti, facilmente viene approcciato dai tenori con spavalderia. In questo caso, invece, la perizia ed il buon gusto hanno preso il sopravvento, facendo emergere una bella voce tenorile puntata, calda e modulata. Anche gli altri tre spiantati amici si ritrovano ben amalgamati sul palcoscenico. Grande intesa fra loro che non è passata inosservata. Bene il basso Andrea Comelli nei panni di Colline che ha strappato un lungo applauso alla fine di “Vecchia zimarra”.

Bene il resto della compagnia: Schaunard affidato a Italo Proferisce, Marcello interpretato da un ben centrato Francesco Vultaggio, così come il Benoit di Luciano Roberti. Ottimo il Parpignol di Domenico Ghegghi. Completano il cast: Cosimo Diano (il sergente), Federico Cucinotta (un doganiere), Carlo Morgante (un venditore di prugne).

Ottimo il Coro del Teatro Massimo guidato da Ciro Visco ed anche il Coro di Voci Bianche istruite da Salvatore Punturo, sempre precisi e attenti hanno seguito con precisione le indicazioni di Fabrizio Maria Carminati dal podio. Quest ultimo alla guida dell’Orchestra del Massimo di Palermo, ha curato molto il fraseggio dell’opera pucciniana, mettendo in risalto i numerosi respiri, anche orchestrali e non solo vocali dal palcoscenico, riuscendo ad imbastire un insieme musicale ben amalgamato ed equilibrato nei colori. Belli anche i tempi staccati: se in alcuni momenti potevano sembrare un po’ lenti alla fine possiamo dire che tutto funzionava perfettamente nella logica musicale delle intenzioni.

 

Lunghi applausi finali per tutti a conclusione di una serata memorabile per tutti. Bravi!

 

Salvatore Margarone

La recensione si riferisce alla recita del 5 dicembre 2021- secondo cast.

Photo©RosellinaGarbo

 

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