Verona: Cavalleria rusticana e Pagliacci per una serata tutta “Verista”

 

Cavalleria Rusticana e Pagliacci sono le due opere veriste che aprono le serate d’opera all’Arena di Verona per il 98° Opera Festival 2021.

Due grandi Cast per due grandi Opere

 

 

Verona, 25 Giugno 2021

Riparte alla grande la stagione estiva scaligera che ha visto l’inaugurazione lo scorso 19 giugno con la prima delle due serate dedicate al 150 anniversario di Aida, in forma di concerto, dirette da Riccardo Muti che ritorna dopo 40 anni sul palco Areniano.

Ma in questa calda serata estiva non è mancato il caloroso pubblico, circa sei mila persone, per assistere a due opere in atto unico molto amate, Cavalleria Rusticana e Pagliacci. Opere pervase da intrecci amorosi, gelosie, intrighi e sotterfugi che in una nuova veste debuttano in Arena.

Già in primavera la Fondazione Arena, presso il Teatro Filarmonico di Verona, aveva messo in scena Zanetto, opera di P. Mascagni, dedicando così al Verismo parte della sua stagione come anche l’apertura estiva all’Arena con due colossi del Verismo: Mascagni e Leoncavallo.

Due opere che hanno molto in comune, ma anche tanto diverse: Cavalleria rusticana è ambientata in un paese siciliano nei pressi di Francofonte, Pagliacci in un paesino della provincia di Cosenza. In entrambe ritroviamo la vita di paese dell’entroterra meridionale, con i suoi usi e costumi, con le gelosie, gli amori non ricambiati, gli omicidi passionali, ma anche le vicissitudini delle persone comuni, proprio quelle che, con l’avvento del Verismo, hanno descritto i grandi romanzieri e poeti come Giovanni Verga e Luigi Capuana.

Cavalleria rusticana è ispirata proprio ad una novella del Verga, mentre Pagliacci nasce da un fatto realmente accaduto a Montalto Uffugo (CS), paese in cui il padre di Leoncavallo fu magistrato e si occupò del caso all’epoca dei fatti. Il giovane Leoncavallo fu rapito da questa storia trattata dal padre, tanto che scrisse lui stesso libretto e musica di questo uxoricidio.

In Cavalleria rusticana però troviamo il delitto d’onore di Turiddu scaturito dalla gelosia di Alfio per la sua donna Lola, mentre in Pagliacci le dinamiche sono diverse, in quanto la realtà si mescola con la finzione scenica della storia ed alla fine gli omicidi saranno ben due.  

Le due opere quindi portano in scena storie vere, nelle quali non c’è posto per i sentimentalismi esagerati. Il termine “Verismo” infatti indica che l’attenzione è spostata sulla vita di tutti i giorni e sui problemi delle persone comuni; eroi, dei e semidei non esistono più. Esiste solo l’uomo con i suoi drammi amorosi contornati da tragica passionalità, situazioni aspre, brutali e realistiche, ma dove emerge sempre tutta la fragilità umana.

Grazie alle collaborazioni tra Fondazione Arena di Verona, Musei Vaticani, Biblioteca Apostolica Vaticana  ed il Parco valle dei dei Templi di Agrigento, la scenografia per Cavalleria rusticana prende una forma tutta digitale, con proiezioni sul grande led-wall con immagini dei Templi di Agrigento (un invito a far visita alle meraviglie del nostro territorio), foto d’epoca sule processioni della settimana Santa nei paesi siculi ed anche, nella scena corale dell’inno dei fedeli, con la proiezione di un’incisione raffigurante La Pélerinage des Saintes-Maries de la Mer, da un disegno di Eugène Burnard, pubblicata su L’Illustration  nel 1896, evocando così al contesto visuale la narrazione, la cultura e la tradizione popolare e religiosa siciliana.

Sul palco pochi elementi scenici definiscono le scene tutte monocromatiche con scale di grigi, e completano il tutto i costumi tipicamente siculi, in bianco e nero.

Tra gli interpreti emerge la Mamma Lucia di Agostina Smimmero, dalla calda e profonda voce, finalmente una Lucia come si deve e che molte volte è sottovalutata, che torna protagonista con gli altri nell’opera. Sonia Ganassi è Santuzza, altra voce di spicco nel panorama lirico italiano, in debutto scenico areniano: come sempre, bellissima voce, eleganza e stile non le mancano. Sfoggia con maestria le sue doti attoriali mescolandole alla voce vellutata, ben sostenuta e drammaticamente a fuoco. Molto intensa e coinvolgente la parte d’insieme dell’Inneggiamo al Signore. Murat Karahan è Turiddu che, con un fare baldanzoso e con voce sprezzante, dispiega la sua bella voce tenorile. Non si è mai lasciato trascinare dall’impeto della parte ed ha interpretato il “suo” Turiddu dalla prima all’ultima nota. Emozionante l’addio alla madre dove sono emerse ancor di più le capacità teatrali del tenore turco. Molto bene l’Alfio di Amartuvshin Enkhbat, il quale debutta anch’esso nel ruolo e, con la sua voce, riesce sempre a plasmare i personaggi a lui affidati, tirando fuori eccellenti interpretazioni sempre di altissimo livello. Lodi anche per una dizione più che perfetta e chiara ed un gusto musicale veramente invidiabile. Un pò sotto tono invece la Lola interpretata da Clarissa Leonardi, partita con qualche difficoltà è riuscita però a riprendersi e portare a termine dignitosamente la sua parte.

Sul podio il M° Marco Armiliato, sempre raffinatissimo nel suo stile, dirige a memoria l’Orchestra della Fondazione Arena e il Coro istruito dal M° Vito Lombardi. Forse un po’ più di enfasi ce la saremmo aspettata per Cavalleria rusticana che, in alcuni momenti, è risultata un po’ troppo romantica e poco verista. Qualche accento in più avrebbe fatto la differenza, donandole quella tensione musicale di cui è pervasa.

Molto meglio Pagliacci: brillante, divertente e ben strutturata sia dal punto di vista scenico, vocale ed orchestrale. Tra gli interpreti un eccellente Canio (Pagliaccio) di Yusif Eyvazov, che con gusto, controllo vocale e drammaticità ha incarnato perfettamente il protagonista dell’opera. Molto bene l’interpretazione dell’aria più famosa “Vesti la giubba” che ha catturato e convinto il pubblico presente col suo debutto nel ruolo. Marina Rebeka, bellissima e ammiccante, ha interpretato Nedda (Colombina): squillo e volume non le mancano dando il meglio di sé nella famosa ballatella “Qual fiamma avea nel guardo”, così come nel duetto con SilvioDecidi il mio destin”, quest’ultimo interpretato egregiamente da Mario Cassi. Non ultimo ritroviamo nuovamente Amartuvshin Enkhbat, in un altro debutto nel ruolo stavolta nei panni del vendicativo Tonio (Taddeo lo scemo) che già nel Prologo convince per presenza scenica, vocale ed interpretativa. Bravo! Ottimo il Peppe (Arlecchino) di Riccardo Rados che con la sua semplicità ha regalato una serenata molto elegante e corretta.

Bene anche gli altri interpreti Max René Cossotti (Un contadino) e Dario Giogelè (altro contadino), così come il Coro di voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani.

Bellissime le scene create appositamente per questo spettacolo, con coloratissimi costumi, ed anche qui grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Cineteca Nazionale ed il Fellini Museum di Rimini, sono state arricchite con foto, locandine ed immagini di Federico Fellini e Giulietta Masina: un omaggio al cinema felliniano che Fondazione Arena ha voluto porgere al grande regista che tanto amava Pagliacci.

Molto meglio anche la performance orchestrale, sempre diretta dal M° Marco Armiliato, che ha mostrato più polso nella gestione del palcoscenico e del coro, rendendo così più convincente ed esaltante l’interpretazione della partitura di Ruggero Leoncavallo.

Le nuove produzioni di quest’anno della Fondazione Arena di Verona hanno visto la collaborazione di D-WOK per la realizzazione delle scenografie digitali e video design delle due opere, insieme al direttore degli allestimenti scenici Michele Olcese e la regia affidata a Gabriele Muccino.

 

Salvatore Margarone

Prossime date per Cavalleria rusticana e Pagliacci: 2,22,31/07 e 14/08.

Foto: ©ENNEVI

La recensione si riferisce alla prima del 25/06/2021

25 giugno ore 21.00

2, 22, 31 luglio ore 21.00

14 agosto ore 20.45

 

Cavalleria rusticana e Pagliacci

Direttore Marco Armiliato

Maestro del Coro Vito Lombardi

nuovo allestimento della fondazione arena di verona

Video design e scenografie digitali D-WOK

 

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Cavalleria rusticana

Melodramma in un atto

Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci

Musica di Pietro Mascagni

 

Personaggi e interpreti

 

Santuzza                     Sonia Ganassi (25/6)

                                     Maria José Siri (2, 22/7)

                                     Aleksandra Kurzak (31/7)

                                     Ekaterina Semenchuk (14/8)

 

Lola                             Clarissa Leonardi

Turiddu                       Murat Karahan (25/6 – 22/7)

                                     Yusif Eyvazov (2/7)

                                     Roberto Alagna (31/7)

                                     Piero Pretti (14/8)

Alfio                             Amartuvshin Enkhbat (25/6)

                                     Sebastian Catana (2, 22/7)

                                     Ambrogio Maestri (31/7 – 14/8)

 

Lucia                            Agostina Smimmero (25/6 – 22/7 – 14/8)

                                     Elena Zilio (31/7)           

 

Orchestra, Coro e tecnici dell’Arena di Verona

 

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Pagliacci

Dramma in un prologo e due atti

Parole e musica di Ruggero Leoncavallo

 

Personaggi e interpreti

 

Nedda (nella commedia Colombina)             Marina Rebeka (25/6 – 14/8)

                                                                             Valeria Sepe (2/7)

                                                                             María José Siri (22/7)

                                                                             Aleksandra Kurzak (31/7)

Canio (nella commedia Pagliaccio)                Yusif Eyvazov (25/6 – 2/7)

                                                                             Fabio Sartori (22/7)

                                                                             Roberto Alagna (31/7)

Tonio (nella commedia Taddeo lo scemo)    Amartuvshin Enkhbat (25/6)

                                                                             Sebastian Catana (2, 22/7)

                                                                             Ambrogio Maestri (31/7 – 14/8)

 

Peppe (nella commedia Arlecchino)              Riccardo Rados (25/6 – 2, 22/7)

                                                                             Matteo Mezzaro (31/7 – 14/8)

Silvio                                                                   Mario Cassi (25/6 – 22/7 – 14/8)

                                                                             Davide Luciano (2, 31/7)

Un contadino                                                     Max René Cosotti

Altro contadino                                                 Dario Giorgelè

 

 

Orchestra, Coro, Ballo e tecnici dell’Arena di Verona

Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani

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