Turandot a Verona: Anna Netrebko gran diva.

Splendida Turandot con Anna Netrebko, Yusif Eyvazov e Ruth Iniesta all’Arena di Verona. Gli artisti in smagliante forma regalano magici momenti ad un pubblico molto soddisfatto.

 

 

Mercoledì 10 agosto 2022, nell’ ineguagliabile cornice dell’Arena di Verona, è stata rappresentata l’opera lirica Turandot di Giacomo Puccini.
La proposta della regia di Franco Zeffirelli si conferma vincente nell’allestimento affascinante e sontuoso per il grandioso sfarzo, soprattutto nel secondo atto, quando i pannelli ricoprenti la scena si aprono per mostrare la reggia, e questo anche in forza dell’apparato delle luci di Paolo Mazzon, teso ad esaltare la magnificenza imperiale. Tutto ciò per rappresentare quasi in modo ossessivo la Pechino regale in contrapposizione alla città del popolo – schiavo, secondo un sapiente dualismo scenico.
Una città sfolgorante sul palcoscenico, nei colori degli abiti rosso-oro, verde e dello scintillante palazzo imperiale, l’altra, tutta brulicante di anime grigie, groviglio anonimo che, nella compressione del corpo, a misura di insetto camminante, spostava l’arcuata massa scheletrica di testa, torace e addome percorrendo il proscenio.
I costumi di Emi Wada, armonicamente inseriti nell’impianto scenografico, hanno saputo incarnare di bellezza quanto accadeva sul palcoscenico. I movimenti di scena sono stati ben coordinati da Maria Grazia Garofali e Gaetano Petrosino.
Direttore dell’Orchestra di Fondazione Arena è Marco Armiliato, che ha diretto l’impeccabile Coro areniano, guidato da Ulisse Trabacchin, e del Coro di Voci bianche A.d’A.Mus, preparato da Marco Tonini.
Marco Armiliato dal podio ha fornito una lettura viva ed attenta alla complessa partitura pucciniana, riuscendo ad esaltare taluni pregi timbrici dell’orchestra e sapendo sapientemente porsi in relazione con il palcoscenico.
Il Coro dell’Arena ha saputo offrire raffinate suggestioni nel primo atto (invocazione alla luna). Ben inserito e preparato il coro di voci bianche Adamus.
Delle voci della serata ecco di seguito le suggestioni.
Anna Netrebko ricopre il ruolo della principessa “di cristallo” e lo fa esibendo un’interpretazione (“definita per questo un personaggio molto più umano e alla fine più vero del solito”) a vocalismo acuto deciso, capace di grandi variazioni di timbro e intensità, senza spingere e forzare la voce. Poco propensa all’abbandono tenero ragion per cui risulta convincente nella sua veste di algida e spietata principessa.
Magia dei grandi artisti!
Il tenore azero Yusif Eyvazov, nella parte di Calaf, canta con voce morbida, avvolgente, una voce dalla “bella linea, …con smorzature e perfino un po’ di squillo in acuto” . Di lui si è detto professionalmente rivolto a una certa ricerca di canto interiorizzato e ciò è stato confermato dalla prestazione in Turandot.
E’ stato il suo, l’unico bis chiesto a viva voce dal pubblico per “Nessun dorma”.
Il soprano Ruth Iniesta nel ruolo di Liù, (la schiava di Timur), si è posta in evidenza per il bel timbro vocale, ha ammaliato il pubblico per il sorprendente abbandono lirico e le sfumature della voce nelle famose arie “Signore, ascolta! “e nella scena della morte con “Tu che di gel sei cinta” .
Superlative le maschere, a capo di cui Gëzim Myshketa, (Ping), e i due tenori Matteo Mezzaro (Pong), e Riccardo Rados, (Pang).
Nel ruolo di Altoum, il Principe di Persia, Carlo Bosi che si è distinto tenore di carattere che non tradisce le aspettative.
Ottima prestazione anche del baritono coreano Youngjun Park nell’interpretazione del Mandarino.

Il basso Ferruccio Furlanetto, nella parte di Timur, un vecchio re tartaro, padre di Calaf, conferma la lunga esperienza di carriera, grazie alle sue doti vocali e interpretative.

 

Ancora repliche il 13, 19, 26 agosto e il 2 settembre.

Photo©Ennevi

Marina Agostinacchio

 

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