Traviata all’Arena di Verona: l’ultima fatica di Franco Zeffirelli

La Traviata di G. Verdi  apre l’ Opera Festival 2019 all’Arena di Verona.

Le nuove scenografie e la regia di Franco Zeffirelli

sono il lascito del Maestro al mondo della lirica.

Diretta in mondovisione su Rai 1

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Traviata è stata sempre una delle opere preferite del Maestro Franco Zeffirelli.  Con la sua prima regia operistica, nel 1982 proprio di Traviata, Zeffirelli  mise in campo le sue esperienze ed il suo talento in quel mondo dell’opera che lui stesso definì “… un pianeta dove le muse lavorano assieme, battono le mani e celebrano tutte le arti”.

Ma non solo, ha firmato anche le regie di Otello (1986), Cavalleria rusticana (1988), Pagliacci (1988), Bohéme (1988), Turandot (1991) e nel 2001 il film biograficoCallas Foreverdedicato alla sua grande amica Maria Callas.

Quest’anno la Fondazione Arena di Verona ha portato in scena l’ultima fatica di Franco Zeffirelli, la sua ultima Traviata, ricca, sfarzosa e minuziosa nei dettagli come solo lui ha saputo concepire per il gusto raffinatissimo che lo contraddistingueva, facendone una summa di tutte le scenografie create nel tempo di quest’opera.

La stessa Cecilia Gasdia, sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, in un’intervista aveva definito questa produzione “Hollywoodiana”,  per la maestosità delle scenografie create appositamente per l’Arena di Verona.

Siamo stati in presenza di qualcosa che possiamo definire grandioso,  grazie alla sapienza e maestria di Franco Zeffirelli, che ha messo tutto se stesso in questo progetto a cui lavorava già da tempo, e che l’Arena di Verona ha messo in scena venerdì 21 Giugno 2019, a pochi giorni dalla scomparsa di Franco Zeffirelli, avvenuta lo scorso 15 Giugno 2019.

La Fondazione Arena di Verona, il sovrintendente Cecilia Gasdia, i tecnici, gli orchestrali e le maestranze tutte hanno voluto così omaggiare il grande Franco Zeffirelli, lavorando alacremente e minuziosamente per curare i minimi dettagli e rispettando le indicazioni del Maestro, regalando al pubblico quest’ultimo  capolavoro che è già entrato nella storia ancor prima di andare in scena.

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Sul palco reale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Arena di Verona sold out per questa attesissima prima, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, il Ministro ai Beni  e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli  ed il Ministro  del Turismo Gian Marco Centinaio, hanno omaggiato con la loro presenza il grande uomo, regista ed artista Franco Zeffirelli. Gli occhi di tutto il mondo hanno visto questo ultimo capolavoro di Zeffirelli grazie alla diretta in mondovisione che Rai 1 ha regalato agli affezionati del Maestro scomparso. La conduzione della serata televisiva è stata affidata ad Antonella Clerici che, insieme al tenore Vittorio Grigolo, hanno fatto da ciceroni alla diretta televisiva, ospitando sul loro spazio tanti nomi illustri arrivati a Verona per l’occasione tra i quali: Pippo Baudo, Gabriel Garko, Katia Ricciarelli, i figli adottivi di Franco Zeffirelli, Vittorio Sgarbi.

Il palcoscenico dell’Arena di Verona è ampio, così come le scenografie di questa produzione di Traviata di G. Verdi, con quinte dipinte a mano dai colori caldi, dai blu ai rossi,  dai dorati ai verdi, in perfetto stile ottocentesco, con i quali Zeffirelli  ha ricreato le ambientazioni dell’opera in maniera magistrale portando lo spettatore in quel mondo sublime, l’opera appunto, dove le arti si incontrano e convivono in un unicum. La concezione scenica è  quasi  una casa delle bambole su due piani: sopra le stanze di Violetta e al di sotto il salone che, nel secondo atto, ruotando su se stesso, diventa il giardino e subito dopo il gran salone delle feste.

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Spettacolare è dir poco, solo dal vivo ci si rende conto della grandiosità e del lavoro immenso che c’è dietro tutto questo.

Traviata è la punta di diamante dell’Arena di Verona, una nuova produzione che sarà riproposta anche nei prossimi anni e che possiamo definire “leggendaria”, così come “leggendario” è il suo creatore Franco Zeffirelli.

Palesemente emozionati i cantanti sul palcoscenico che hanno calcato queste scene in particolare, per il significato che hanno assunto a seguito dell’accaduta dipartita, hanno tuttavia retto bene alla tensione della serata e sfoggiato non solo le loro belle voci ma un canto accorato, immedesimandosi nei loro personaggi e trasmettendo pathos al pubblico.

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Violetta, la sfortunata protagonista verdiana, è stata interpretata da Aleksandra Kurzak, dalla voce svettante sugli acuti e dalle belle agilità, non ha mancato di sorprenderci anche nei passaggi drammaturgici del suo personaggio, interpretando molto bene specialmente l’ultimo atto in cui l’attrice emerge tanto quanto la sua interprete vocale.

Ottima anche la Flora Bervoix di Alessandra Volpe, fida amica di Violetta, la quale possiede una voce dal timbro bronzeo e che bene si è sposata con lo squillo della Kurzak.

Così come l’Annina di Daniela Mazzuccato, che ha accudito la sfortunata Violetta con voce materna e belle doti attoriali.

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Dal lato maschile i due ruoli principali, Alfredo e Giorgio Germont, rispettivamente affidati a Pavel Petrov e Leo Nucci, brillano per timbro vocale e tecnica: Petrov con svettanti acuti e linea di canto non aggressiva, ma purtroppo dal volume ridotto e poco incisivo all’aperto in un palco di queste dimensioni. Una voce più grande non sarebbe guastata per questo arduo ruolo.  Germont, dalla tempra inossidabile di un grande baritono come Leo Nucci che mantiene intatta la pasta vocale, ha voce da vendere e gusto inconfondibile, ricama un padre sofferente ma generoso.

La bacchetta è quella di Daniel Oren, a cui passione e dinamismo non mancano mai, che ha cesellato musicalmente un’Orchestra della Fondazione Arena di Verona che è stata assolutamente perfetta. Colori, fraseggi e dinamiche hanno accompagnato dalla prima all’ultima nota questa splendida serata.

Bellissimi i costumi creati da Maurizio Millenotti, coloratissimi , ricchi e sfarzosi, così come le coreografie di Giuseppe Picone che, con il loro apporto,  hanno contribuito ad arricchire ancor di più questa grandiosa produzione.

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Completano il cast: Gastone di Letorières, Carlo Bosi; Barone Douphol , Gianfranco Montresor; Marchese d’Obigny, Daniel Giulianini; Dottor Grenvil, Romano Dal Zovo; Giuseppe, Max René Cosotti; Domestico/Commissionario,  Stefano Rinaldi Miliani.

Bravi e ben coordinati da Gaetano Petrosino i primi ballerini Petra Conti, Eleana Andreoudi  e Giuseppe Picone, così come il Coro della Fondazione Arena di Verona curato da Vito Lombardi.

Un pubblico in piedi, caloroso ed emozionato, ha salutato così l’ultima fatica del Maestro Franco Zeffirelli sul bis del Libiamo ne’ lieti calici, che lascia ai posteri i suoi lavori di maestria a cui molti dovrebbero ispirarsi per rimanere in quella elegante tradizione che solo l’Opera ha in sé.

Grazie Franco Zeffirelli!

 

Salvatore Margarone

Photo©Ennevi/Fondazione Arena di Verona

La recensione si riferisce alla prima in mondovisione del 21 giugno 2019.

 

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