Consonanze e Dissonanze nel Dialogo: le Tonalità della voce.

Giochi Inconsapevoli di Consonanze e Dissonanze nel Dialogo

Nella vita sociale la cosa più importante è ovviamente la comunicazione. Comunichiamo attraverso molte lingue, una lingua per ogni  capacità sensoriale, la voce, l’udito, la vista, l’olfatto, il tatto.  Diamo per scontato che se una persona  parla in un certo modo è per sua volontà, se si veste in un certo modo è per sua volontà, se cammina in un modo è per sua volontà, ecc. ecc. . Ci viene attribuita, in un certo senso, la responsabilità di quello che gli altri capiscono di noi e per molti aspetti  è così, ma nel linguaggio verbale vi sono differenze  di espressione  che non si possono attribuire alla volontà di una persona.

La considerazione che la voce umana è emessa da persone tutte diverse le une dalle altre, già a partire dall’ambito familiare, nonostante tutti posseggano la medesima nota fondamentale, rimane l’unico posto dove può capitare che la somiglianza delle voci porti a scambiare per telefono una persona della famiglia con un’altra dello stesso sesso, cosa che di persona è meno evidente. Comunque, la famiglia resta il solo  luogo dove è più consueto trovare due persone che abbiano voce somigliante, considerazione che può portare a pensare che essendo tutti  dotati di una voce diversa,  sia possibile considerare tutti  strumenti musicali diversi che, in un certo senso,  parlano una lingua diversa.

Misurando la risonanza del torace e del cranio delle persone, ho constatato che la voce delle persone risuona con lo stesso suono del torace e del cranio e ho trovato analogie con il mondo dei suoni della musica. Ciò mi ha dato la possibilità di identificare la voce delle persone nelle “tonalità” della teoria musicale: pensavo che avrei riscontrato molte tonalità, addirittura più di quelle conosciute, ma attenendomi  ai risultati delle misurazioni che ho compiuto, il totale delle tonalità trovate da me sulle persone si ferma a sei.

L’importanza dell’accordatura di una persona incide direttamente sul significato che vogliamo dare ad una parola. Infatti, tramite la modulazione della voce riusciamo a far capire se ci piace o non ci piace una data cosa, se approviamo o disapproviamo un’opinione, insomma il vero contenuto del messaggio.

Non esistendo due voci uguali ed è facile che due persone non riescano a comprendersi nel significato intrinseco di una frase perché, oltre ad essere dotati  di una acustica personale, siamo dotati anche  di un vocabolario differente, condizione che ci porta ad usare parole differenti, con suoni differenti.

L’intonazione che diamo alle parole in una frase deriva dalla memorizzazione di un particolare significato legato ad una particolare intonazione. Se cambiamo intonazione, cambia il significato: ne è indicativo il suono di parole e frasi consuete che alcuni popoli sanno imitare fischiando, per comunicare a distanza, senza tecnologie.

Gli  “strumenti”  con cui realizziamo la nostra voce, ci permettono anche una comunicazione attraverso i versi, sia a bocca aperta che chiusa: essenza di concisione linguistica, con i quali generalmente diamo approvazione o negazione in sostituzione delle parole; nella comunicazione a bocca chiusa si producono dei suoni ritmati a cui abbiamo dato un significato ben preciso come con le parole. 

La tonalità acustica di cui è dotata una persona è legata alla natura fisica della scatola cranica e toracica, quindi non è possibile modificarla, questi sono gli strumenti tramite cui amplifichiamo la nostra voce e tutte le vibrazioni prodotte dall’apparato fonatorio, se pensiamo alla voce di una persona che conosciamo da molto tempo, ci accorgiamo che nel tempo non è poi cambiata totalmente o affatto,

La tonalità o ambito sonoro della voce rimane invariata, anche se le persone parlano una lingua nuova, da misurazioni eseguite su persone di svariate lingue, con i quali è stato fatto il confronto al pianoforte mentre parlavano in italiano o la loro madrelingua, ad esempio in dialetto italiano,o in cinese, inglese, russo,  ho potuto constatare come  il risultato acustico non variava perché non variava lo strumento, in pratica cambia la musica ma lo strumento resta sempre lo stesso.

Dai risultati della  misurazione della tonalità su persone che formano coppia , è possibile ipotizzare che l’attrazione  acustica tra le persone non è irrilevante,dal momento che la totalità delle coppie misurate sono risultate sempre con la medesima nota fondamentale, rilevando peraltro diverse coppie con la variante maggiore- minore, le coppie ” miste” maggiore -minore pur  possedendo una medesima nota fondamentale, mantengono un dislivello sonoro tra le vocali, tra la A di una persona e la U  dell’altra persona,  c’è la differenza di un semitono.

Tra voci accordate in maggiore e le voci accordate in minore, c’è un punto di incontro acustico nell’intonazione delle vocali, però pronunciando contemporaneamente due vocali diverse.

Le normali vocali A E I O U possiedono distanze tra di esse che non sono uguali tra persone accordate in maggiore e le  persone accordate in minore, le persone accordate in maggiore eseguono un salto di semitono tra le vocali vicine, mentre le persone accordate in minore eseguono un salto più ridotto, se prendiamo due persone accordate una in maggiore e una in minore, e gli chiediamo di pronunciare le cinque vocali, possiamo osservare come arrivati alla U l’intonazione della persona accordata maggiore sia crescente, per contro come il suono della U della persona accordata in minore sia calante rispetto al suono della U pronunciata dalla persona accordata in maggiore, se invece chiediamo loro di pronunciare contemporaneamente, alla persona accordata in maggiore la O, e alla persona  accordata in minore di pronunciare la U, il suono delle due vocali è uguale, cioè la O del maggiore è uguale alla U del minore.

La differenza dell’insieme la si otterrebbe proponendo la lettura contemporanea di un testo, se leggono due persone della stessa tonalità l’effetto di armonia si tramuterebbe in rinforzo del discorso, se poi chiediamo a due persone con la stessa nota fondamentale, ma con differenze di intonazione di cranio, quindi ad una persona accordata in maggiore e una persona accordata in minore, di leggere un testo contemporaneamente,  l’effetto acustico subirebbe a tratti disturbi subdoli, derivanti dalla dissonanza che si viene a formare tra le voci, subdoli perché sono voci consonanti  pronunciano la A e man mano che si avvicinano alla U diventano dissonanti, cioè non sono sempre consonanti e non son sempre dissonanti.

Medesimo meccanismo si può verificare all’interno di una famiglia dove ho trovato spesso mescolanza di persone accordate in maggiore e persone accordate in minore, senza posizioni , possono essere padri madri o figli e fratelli, senza regola, il dato che i figli della coppia posseggono la tonalità acustica dei genitori  nella variante maggiore minore, indica però una dipendenza genetica dell’acustica umana.

Diversamente analogo l’intreccio di consonanze e dissonanze inconsapevoli, tra le tonalità maggiori di DO e di RE, le persone accordate in Do maggiore pronunciano le cinque vocali con i suoni di DO- DO#-RE-MIb-MI, mentre Le persone accordate in RE maggiore pronunciano le vocali con i suoni di RE-MIb-MI-FA-FA#, si può notare la consonanza di tre suoni,  ma su tre vocali diverse, mentre le persone accordate in SOL maggiore intonando le vocali con i suoni SOL-SOL#-LA-SIb-SI mantiene sempre un rapporto consonante di quinta con le persone accordata in DO maggiore, e un rapporto consonante di quarta, con i RE maggiore, con qualsiasi vocale .

Dalla constatazione che anche gli “amici” e i gruppi di amici, veicolano anche tramite l’acustica della voce, pone l’attenzione sulla meccanica dei rapporti,  tra le persone nella struttura della società.

Poniamo un gruppo di persone che frequentano abitualmente un luogo, come le scuole, gli ambienti sociali e gli ambienti di lavoro, sottoposti ad esercizio di integrazione forzata, l’attrazione o repulsione tra le persone è fondamentale per capire le dinamiche di gruppo, considerare l’accordatura delle persone come metro di razionalizzazione dei processi di aggregazione tra le persone, potrebbe dare delle indicazioni utili a comprendere tendenze e repulsioni.

Le tonalità trovate sulle persone fino ad oggi sono sei:  le tonalità di DO – RE – SOL  maggiore e minore, le quali hanno poli di consonanza e dissonanza, comprensibili tramite le basilari regole di consonanza e dissonanza dell’armonia musicale, ad esempio è possibile che in un gruppo di tre amici si consolidi una amicizia, dove uno fa da collante.

Ipotizzando che in un gruppo di tre persone di accordatura diversa, un DO un RE e un SOL, sapendo che in armonia il SOL è consonante sia con il DO che con il RE, mentre tra il DO e il RE non c’é relazione, il SOL diventa  quello che media tra il DO ed il RE, non a caso alcuni popoli studiando le sonorità delle voci affermano che le persone affini al SOL sono adatti al ruolo di ambasciatore.

Le insidie dell’intonazione delle vocali nel linguaggio parlato sono ancora più accentuate tra le persone di tonalità completamente diversa, una persona accordata In DO maggiore o minore percepirà la normale voce di un RE maggiore e minore come  inappropriata, perché la tessitura della sua voce naturale è accordata un tono superiore,conferendo inconsapevolmente caratteristiche sonore di una persona che “alza il tono”.

Situazioni critiche si annidano anche nelle scuole, dove un insegnante deve insegnare e valutare a decine di persone la medesima informazione.

Nella moltitudine di persone è facile trovare persone di diversa accordatura: è come se ci fossero persone che parlano lingue diverse. Ipotizzando di avere un insegnante con una naturale voce  “rara” o dissonante rispetto alla maggioranza degli studenti, la comprensione del suo filo logico verrebbe disturbato dalla differente acustica della sua voce, rispetto a quella di chi ascolta. Questo non inficia il lavoro di un bravo insegnante che con l’esperienza trova il modo di farsi capire da tutti, anche se qualcuno, dissonante rispetto alla voce dell’insegnante, può “legittimamente” (dal proprio punto di ascolto) accusarlo di  non saper spiegare.

Carmelo Gaudino

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