“La traviata” al Teatro Carlo Felice dal 15 al 29 dicembre 2016

 

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Da giovedì 15 dicembre alle ore 20.30, al Teatro Carlo Felice, va in scena “La traviata”, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, capolavoro drammaturgico tratto dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio,  a dirigerla sarà la bacchetta di Massimo Zanetti che si alternerà con Alvise Casellati.

Il Carlo Felice propone un proprio nuovo allestimento con la regia di Giorgio Gallione, che, parallelamente alla sua trentennale attività di direttore artistico del Teatro dell’Archivolto di Genova, ha realizzato numerose regie di opere liriche, spaziando dai titoli di repertorio a quelli contemporanei, le scene e i costumi sono firmate da Guido Fiorato.

E’ proprio con Fiorato, spiega Gallione “ che abbiamo pensato di ambientare l’opera in un luogo stilizzato, antirealistico, simbolico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta, dal rosso del sangue e della vita che, comunque, pulsa.

Forse Violetta muore già nel preludio e l’opera è tutto un allucinato flash back visionario e spettrale. Siamo, anche nei momenti di gioia, imprigionati in una sorta di perenne moritat dove, grazie alla musica di Verdi, il dolore è trasfigurato in modo sublime, ma dove la speranza è assente e la vita rischia di essere nient’altro che una tragica carnevalata”

Nel cast spiccano i nomi di Desirée Rancatore, nel ruolo di Violetta Valéry; il ruolo di Alfredo Germont  sarà affidato a Giuseppe Filianoti, mentre Giorgio Germont  sarà interpretato da Vladimir Stoyanov. Completano il cast Didier Pieri  (Gastone), Paolo Orecchia (Barone), Stefano Marchisio (Marchese), Manrico Signorini (Dottor Grenvil).

traviata-genova

Nella Traviata di Verdi e Piave non ci sono re, regine, intrighi di corte o monumentali scenografie pseudostoriche. La protagonista, Violetta Valery, non è una figura nobile, è una donna di facili costumi. Il coro è un’incarnazione di quella stessa società a cui apparteneva il pubblico che il 6 marzo del 1853 andò al Teatro La Fenice di Venezia per assistere alla prima. E la vicenda non è un’invenzione letteraria, ma è ispirata a fatti realmente accaduti nella Parigi di una decina d’anni prima, così come li aveva raccontati Alexandre Dumas figlio nel romanzo La signora delle camelie. Portare la contemporaneità in scena non è mai stato facile, oggi come ai tempi di Giuseppe Verdi. La censura si scandalizzò già a partire dal titolo, che propose di sostituire con Amore e morte, imponendo, in più, una retrodatazione settecentesca, in modo che il pubblico non si sentisse chiamato in causa in prima persona. Le precauzioni censorie, però, non servirono a granché: la prima di Traviata fu un diluvio di fischi e proteste e rimarrà una della “cadute” più clamorose nella storia del teatro d’opera.

Se il soggetto era troppo scabroso per i melomani di allora, la musica non era meno spiazzante. L’audacia della trama mise in moto la creatività di Verdi che, sull’onda di quanto appena sperimentato con Rigoletto, si lanciò in un’altra avventura musicalmente innovativa. Il Preludio a sipario chiuso, ad esempio, non è solo una sintesi dei temi conduttori che si ascolteranno in seguito (quello della morte di Violetta e quello del suo amore per Alfredo). A questa prassi consolidata Verdi dà un significato emotivo nuovo, come se rappresentare fin dall’inizio l’umanità della protagonista, prima ancora che entri in scena, fosse più importante che rispettare i canoni operistici. Le tante anime della personalità di Violetta – spensierata cocotte nel primo atto, compagna fedele di Alfredo nel secondo, capro espiatorio del perbenismo borghese nel terzo – hanno inoltre portato Verdi a tre trattamenti vocali differenti, per i quali, come è noto, occorre una interprete di grande elasticità. E poi, il vero miracolo dell’opera: da un libretto in cui i personaggi si esprimono più in prosa che in poesia, Verdi estrae le sue melodie più cantabili, come nel lungo dialogo in cui il padre di Alfredo, Giorgio Germont, costringe Violetta a rinunciare all’amore per il figlio in nome dell’onore della famiglia: la musica, in questa scena memorabile, porta a galla le emozioni nascoste dietro le parole. E così Verdi dimostra una volta per tutte, modernissimo, che una situazione prosaica può essere fonte di poesia non meno di un mito.

 

 

LA TRAVIATA
Opera
in tre atti di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi

Direttore
Massimo Zanetti

Alvise Casellati (27,28 e 29/12)
Regia
Giorgio Gallione

Scene e costumi
Giorgio Fiorato

Personaggi e interpreti :

 

Violetta Valéry
Desirée Rancatore (15,18,21,28)
Maria Mudryak

Alfredo Germont
Giuseppe Filianoti (15,18,21,28)
William Devenport

Giorgio Germont
Vladimir Stoyanov (15,18,21,28)
Mansoo Kim

Gastone

Didier Pieri

Barone Douphol

Paolo Orecchia

Marchese d’Obigny

Stefano Marchisio

Dottor Grenvil

Manrico Signorini

Orchestra del Teatro Carlo Felice

Coro del Teatro Carlo Felice

Maestro del Coro Franco Sebastiani

dal comunicato stampa del 24 novembre 2016

Photo Teatro Carlo Felice di Genova

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