Teatro Coccia- Novara: Cassandra, in te dormiva un sogno

 

 

L’opera commissionata e prodotta del teatro novarese

scritta da Marco Podda, su libretto di Daniele Salvo e Giulia Diomede

regia di Daniele Salvo

in streaming Sabato 28 e Domenica 29 Novembre alle 20.30

sul Canale YouTube del Teatro

Venerdì 11 Dicembre sul canale A-Novara

 

Poi il Teatro Coccia si trasforma in un set cinematografico

per le riprese del film Cassandra

 

Novara, 24 Novembre 2020. La stagione 2020 Resilienza è il risultato della capacità di adattamento del Teatro Coccia cha sa trasformare le difficoltà in vere e proprie opportunità; rompere le forme costituite, fondere linguaggi diversi, avvalersi di nuove tecnologie, portare il pubblico all’interno della scena. Così la nuove opera commissionata e prodotta dalla Fondazione, Cassandra, in te dormiva un sogno realizza gran parte di questi obiettivi a partire dalla fusione tra teatro di parole e teatro musicale, alla diversa prospettiva offerta allo spettatore che fruisce uno spettacolo la cui azione scenica avviene al centro di una platea privata della sua originale funzione e trasformata in palcoscenico.

 

Curiosità, multidisciplinarietà sono gli ingredienti dell’opera virtuale Cassandra, in te dormiva un sogno, su ideazione e musiche di Marco Podda, regia di Daniele Salvo, anche librettista con Giulia Diomede, interprete nel ruolo di Ecuba, a dividere il palco con altre due straordinarie interpreti Lidia Fridman nella parte di Cassandra e Melania Giglio nel ruolo di Thanatos.

Nella scrittura musicale sono state utilizzate delle strutture sonore vicine alla sensibilità moderna che è plasmata da elementi acustici filmici.

Scrive Marco Podda a proposito della composizione “Ho cercato in Cassandra di proporre una nuova concezione di format di opera lirica in cui sono compresenti alla musica elementi multisensoriali (acustici extra musicali, visivi ed olfattivi). L’opera è stata concepita per essere eseguita in un duplice allestimento (adattabile a vari spazi esecutivi e a diverse dimensioni dell’organico) realizzabile senza nessuna modifica o riduzione della partitura originale.

La composizione, infatti, è scritta sia per una versione tecnologico-mediata che utilizza una commistione di un ensemble live di strumenti acustici e cantanti che interagiscono su una partitura registrata (con utilizzo di amplificazione e diffusori acustici ed olfattivi), sia per la tradizionale esecuzione acustica dal vivo con orchestra, coro e solisti in un teatro d’opera.

Nella versione che andrà in scena, ovvero quella tecnologico-mediata, verranno utilizzate, oltre alle voci liriche, delle voci naturali. Ciò accadrà sia in alcuni brevi sezioni a melologo con il recitato accompagnato musicalmente, sia in alcune sezioni cantate, dal momento che ciò è consentito dalla microfonazione e dalla amplificazione degli interpreti Cassandra – in te dormiva un sogno è un percorso di narrazione musicale, un’opera emozionale, di quella acustica e di quella visiva. É un percorso sulla percezione del tempo e delle passioni umane che superano il tempo stesso della loro poiesis. Squarci in lacerto di tragedie greche trasdotte e frammentate dalle parole dei traduttori (tra cui il poeta Edoardo Sanguineti).

La partitura prevede l’utilizzo di strumenti classici in partitura precomposta – registrati, mixati ad effetti – e di musica vocale e strumentale eseguita dal vivo da un ensemble e dai solisti. Lo spazio rappresentativo può essere il foyer di un teatro, un museo, una palestra scolastica, una fabbrica etc.

E’ un’opera che si fa viva con e per lo spettatore che è chiamato ad attraversare lo spazio fisico dell’opera come componente attiva e determinante della fruizione artistica.

Le performer (attrici, cantanti, vocalist) si esibiscono dal vivo sovrapponendosi alla diffusione ambientale del suono e delle immagini; utilizzano registri vocali ed emissioni differenti e talvolta anche con l’impiego di filtri, riverberi e vocoder. La progressione del testo – impalcatura del libretto frammentato – viene ora cantata, ora recitata, ora semplicemente agita. Le sequenze di luci e schermi di videoart rideterminano di volta in volta la porzione dello spazio scenico visuale creando così un ambiente esecutivo in continuo divenire. Il linguaggio è funzionale alla comunicazione drammaturgica e al significante della parola-testo. Si è cercato nel percettivismo musicale la sorgente del metodo compositivo adattando la forma alle esigenze tecnologiche del pre-registrato ed ai sincronismi esecutivi che ne derivano dal suo utilizzo.

La musica di Marco Podda è stata eseguita dall’Ensemble strumentale della Cappella Tergestina diretto da Petar Matošević. Nelle prove e nell’esecuzione al Teatro Coccia è Riccardo Bisatti il Maestro alla direzione.

 

Tre i personaggi principali dell’allestimento, interpretati da professioniste con formazioni e percorsi totalmente differenti, ma che convergono in questa opera che diviene così un progetto artistico a 360°.

Il soprano di origini russe Lidia Fridman, l’attrice e cantante Melania Giglio, l’attrice e mezzosoprano Giulia Diomede.

Con loro come figuranti gli allievi del corso per attori dell’STM – Scuola del Teatro Musicale.

Cantanti di caratura nazionale hanno prestato le loro voci alla realizzazione dei cori: Maria Rita Combattelli, Sofio Janelidze, Ilaria Alida Quilico, Elena Serra.

 

Il compito di rendere visivamente la potenza di Cassandra è nell’occhio e nella mente del regista Daniele Salvo: “È un viaggio nell’inconscio, nella febbre, nella trance, nel sonno, nel buio più profondo, nel mondo del tempo perduto. In un paesaggio lunare alcune ombre si aggirano tra le macerie di una città che non è più. Troia. Frammenti di quotidianità, tracce di vita normale, sepolte da tonnellate di calcinacci e rifiuti. Sussurri, lamenti, sangue sui muri, animali morti nelle vie, carcasse irriconoscibili e corpi umani bruciati, pozze di fango e rottami, polvere nei polmoni. In città vige il coprifuoco e non c’è alcuna via di fuga. Tutto è perduto. Tutto diviene cenere, fumo vacuo. La speranza di un futuro migliore affoga nell’abisso irrimediabile della guerra. In scena Thanatos, dio della Morte, angelo nero dalle ali lunghissime. È figlio di Nux e della Tenebra infèra, l’Erebo. Al suo fianco Ypnos, Dio del sonno profondo, della Trance, Nux, la notte profonda, Moros, il destino inevitabile, Ker, la Morte violenta, Erebos, figlio di Tenebre e Caos, Cloto, la tessitrice del filo della vita degli uomini, Atropo, colei che recide il filo. Tra le rovine della città distrutta compiono un rito esoterico e invocano il Demone distruttore Ares, Dio della guerra. Ares appare nel buio e, con parole di fuoco, inizia la narrazione del destino di Troia. Tutto si ferma. Si ode un respiro nella penombra. Lentamente, tra le rovine, appare una figura femminile con la testa tra le mani e le vesti bruciate. È Ecuba. Avanza lentamente invocando il Sonno guaritore di ogni affanno. È una figura disperata, annichilita, annientata.

Ecuba esausta si addormenta invocando Ypnos liberatore. Lo spazio si trasforma. Ecuba sogna. Subito dopo da fondo scena giunge un’altra figura femminile. È Cassandra. È sola e porta una fiaccola. Dopo alcuni passi si arresta, come bloccata da una forza occulta e invisibile. Arriva a fatica al centro della scena, esausta, guidata da Thanatos. Gli occhi fissi nel vuoto, assorti in una visione. Da qui parte la storia di due donne disperate. Le donne Troiane sono creature ormai esauste, sospese in un limbo, senza più riferimenti familiari, bloccate per sempre sulle spiagge di Troia, costrette ad accettare ciò che non si può accettare e spinte con violenza ad entrare nel letto dei loro carnefici. Sono donne sfinite, insonni, digiune, trasformate in creature di terra, polvere e fango. Erano donne fiere, con una storia gloriosa, mogli di eroi. Oggi sono esseri fragili, affogati nella nostalgia, esposti al freddo, alla notte, al ludibrio dei nemici. Esistere, per loro, significa sopravvivere. Ma qui siamo a Troia, in terra maledetta: il tempo è infinito, l’orizzonte ristretto e tutto precipita nel vuoto. La sconfitta, la deportazione, la morale tradita, l’innocenza perduta; l’umanità deraglia inesorabilmente e sotto un cielo di piombo fuso si svolgono le vicende dell’innocente Astianatte, di Ecuba, e di Cassandra, donne troiane. I guerrieri greci si muovono con sicurezza ed arroganza: le donne sono di loro proprietà: il destino dei vinti. Giunge Taltibio, che annuncia il triste futuro di Ecuba e Cassandra nel palazzo dei vincitori, spose schiave dei loro carnefici. L’incendio di Troia è inevitabile e accade sotto gli occhi delle due donne affrante.

Ritroviamo Cassandra sulla nave, preda di una malinconia insanabile, ora impegnata in un rito esoterico per invocare la vendetta sui carnefici.

Nell’ultimo quadro siamo a Micene, davanti alle porte della reggia greca. Agamennone è ritornato in patria. Clitemnestra di fronte alle porte del palazzo reale ordina a Cassandra di entrare nella reggia come schiava. Ma Cassandra d’improvviso viene scossa da una profezia e si rivolge ad Apollo. È una vera e propria possessione, una crisi medianica, un viaggio nel futuro: Cassandra vede l’uccisione di Agamennone, annusa il sangue, vede la carne squartata come se accadesse in quel momento e annuncia l’evento a tutti, ma nessuno le crede. È il suo destino, la sua maledizione. Lo spettacolo si chiude con l’invocazione a Plutone e Persefone, dèi inferi. Cassandra viene uccisa e portata via da Thanatos sovrano, nel mondo dei morti. Tutto finisce rapidamente, così come era iniziato.

 

Grandissima rilevanza – ancor più dal momento in cui l’opera sarà fruita dal pubblico con il filtro di uno schermo – hanno luci, costumi e scene.  Il disegno luci è di Ivan Pastrovicchio, i costumi dal sarto e costumista umbro Daniele Gelsi, le scene sono firmate da Danilo Coppola.

 

Lo spettacolo sarà programmato in streaming con la regia video di Roberto Recchia, con Enrico Omodeo Salè, Sabato 28 e Domenica 29 Novembre alle 20.30 sul Canale YouTube del Teatro, Venerdì 11 Dicembre sul canale A-Novara, inserito nel cartellone La Cultura è Essenziale del Comune di Novara.

 

Ma il viaggio di Cassandra non termina qui. A partire dal 29 Novembre il Teatro Coccia si trasforma in un grande set cinematografico per la partenza delle riprese del film Cassandra. Un nuovo linguaggio, un nuovo media, una nuova destinazione di pubblico. La produzione sarà realizzata con Indyca Film, società con base a Torino. Il film Cassandra sarà proposto a case di distribuzione e film festival, e sarà corredato da contenuti extra, backstage e storytelling (realizzati con Roberto Recchia) che raccontino come nasce un’opera teatrale e come questa sia in costante evoluzione.

Nel film il ruolo di Agamennone sarà interpretato da Giacinto Palmarini.

Quella che stiamo vivendo – commenta il direttore Corinne Baroniè una fase di emergenza, ci auguriamo transitoria, ma anche un’opportunità per chi fa questo mestiere. L’opportunità di creare nuovi modi per comunicare con il pubblico, per porre le basi di linguaggi che possano poi viaggiare parallelamente alle stagioni che saranno di nuovo programmate in presenza. E come tutti non vediamo l’ora. Dopo Cassandra, stiamo già pianificando la costruzione di un calendario per il 2021 da vivere in teatro e via web. Pensare in parallelo a stagioni e palinsesti per chi è vicino e per deve stare distante è il nuovo obiettivo del Coccia, che trova nuovi spunti per adattarsi agli scenari possibili e rimanere in contatto con il pubblico”.

  

L’opera è realizzata con il contributo di Mirato, main sponsor dell’evento.

 

Si ringraziano per la collaborazione fornita all’allestimento il Rettore Gian Carlo Avanzi e la Professoressa Francesca Boccafoschi dell’Università del Piemonte Orientale, Eugenio Bonazini e Ottica Bonzanini, Dario Artuso e Musica Nova per lo studio di registrazione. 

 

Comunicato stampa del 24/11/2020

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