Monica Manganelli e la trilogia Tudor

Alla corte dei TUDOR: genesi di uno spettacolo, anzi tre.

La trilogia donizettiana co-prodotta da Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Regio di Parma, Teatro La Fenice è stata fin dall’ inizio una sfida sotto differenti punti di vista.

di Monica Manganelli

Nel 2016 debutta con Roberto Devereux a Genova, ma con Alfonso Antoniozzi ne abbiamo iniziato a discutere e a progettarla più di anno prima. L’allestimento che è stato realizzato è infatti la seconda versione, varie contingenze ci hanno fatto ripensare la nostra idea iniziale, che non contemplava l’intera trilogia delle opere, ma solo il Roberto Devereux.

Foto di Monica Manganelli
Monica Manganelli – scenografa

In vista della messa in scena della intera trilogia composta da Anna Bolena, Maria Stuarda e Roberto Devereux, la sfida era quindi quella di creare un allestimento scenico-visivo che potesse esprimere l’ atmosfera dell’ epoca in cui sono rappresentate le opere, ovvero il periodo tudor, con un unico spazio, sia per motivi filologici-drammaturgici e sia anche per motivi di budget. Quest’ultima è questione che spesso viene omessa, che può sembrare volgare, ma quando si progetta un allestimento bisogna tenerlo sempre in considerazione e in questo caso ora la progettazione era in previsione di un triplice scopo!

Foto Anna Bolena - Parma - Trilogia Tudor di Monica Manganelli
Bozzetto Atto 1 – Anna Bolena – Scenografia di Monica Manganelli

Il rinascimento inglese e il Globe Theater diventano così i riferimenti principali sia esteticamente, sia da un punto di vista drammaturgico: un impianto scenografico essenziale in cui una pedana-palcoscenico a pianta centrale diventa il principale luogo dove si svolge l’azione scenica, che fondi la propria efficacia sulla capacità di “imbrigliare” lo spettacolo in un concetto visivo fortemente simbolico. L’azione scenica degli attori di  epoca elisabettiana sul palcoscenico era concepita per restituire l’impressione di un mondo drammatico “in sviluppo” come se la vita teatrale continuasse oltre la scena. Quel palcoscenico diviene così il simbolo della nostra vita, degli intrighi di potere che avvengono alla corte dei Tudors.

Foto Anna Bolena - Parma - Trilogia Tudor di Monica Manganelli
Anna Bolena – Teatro Regio di Parma

La sfida quindi da un punto di vista scenografico è così stata da una parte, quella di richiamare il periodo storico in maniera ben visibile per il pubblico, con elementi scenici che richiamassero l’architettura inglese dell’epoca, (come ad esempio le quinte mobili con intarsi che riprendono le forme e stile delle chiese inglesi e nello specifico dell’abbazia di Westminster), e del Globe attraverso  un linguaggio moderno ed essenziale, elegante. Dall’altra enfatizzare il concetto metateatrale registico con elementi che mettessero in risalto la macchina scenotecnica. Ad esempio le due pareti-quinte principali rappresentano il retro delle quinte teatrale (che solitamente non vediamo) e la sua materia-texture ricorda i colori delle mura dei castelli e interni rinascimentali inglesi.

Foto Maria Stuarda- Genova - Trilogia Tudor di Monica Manganelli
Bozzetto Atto 3 – Maria Stuarda – Scenografia di Monica Manganelli

Telai di quinte, americane, faretti, luci, movimenti scenotecnici e coreografici, il palcoscenico illuminato solo da candele, come accadeva ai tempi di Shakespeare, gradinate destinate al pubblico-coro sono tutti elementi che ricordano allo spettatore che siamo all’interno di un teatro.

Questo aspetto metateatrale negli allestimenti di Genova è risultato maggiormente valorizzato, per le maggiori dimensioni che hanno permesso di lavorare su movimenti scenotecnici e coreografici. Questo allestimento è stata la base su cui poi lavorare ogni volta per le 3 opere, attuando poi solo piccoli cambiamenti o aggiunte, quali fondali o attrezzeria.

 

Foto Maria Stuarda - Genova - Trilogia Tudor di Monica Manganelli
Maria Stuarda – Teatro Carlo Felice Genova

L’idea, infatti, è sempre stata con Alfonso di Antoniozzi di immaginarsi o eventualmente realizzare nella realtà, la messa in scena delle 3 opere insieme, una ogni serata, proprio come se una compagnia teatrale, ogni sera andasse in scena con uno spettacolo differente, come avveniva ai tempi del Globe.

Foto Roberto Devereux - Parma - Trilogia Tudor di Monica Manganelli
Bozzetto I – Roberto Devereux – Scenografia di Monica Manganelli

Il riallestimento del Roberto Devereux a Parma dal punto di vista visivo non ha comportato grandi cambiamenti, ma oggettivamente lo spazio ridotto ha influito facendo perdere quell’ aspetto più moderno e metateatrale di artificio scenico, facendo sembrare lo spettacolo più tradizionale di quello che in realtà era in origine. Anche le profondità di spazio sono risultate differenti, e lo si nota soprattutto per le gradinate degli spettatori-coro. I cantanti in questa ripresa hanno affermato però di essersi trovati meglio, e di avere  “sentito”, questo spazio più raccolto, migliore per  esprimere il raccoglimento emotivo-intimo di certi momenti. Rivedere infatti, quest’opera dopo due anni dal suo debutto è stato comunque molto emozionante, non perdendo l’ intensità emotiva delle sue origini.

Foto Roberto Devereux - Parma - Trilogia Tudor di Monica Manganelli
Roberto Devereux – Teatro Regio Parma

Monica Manganelli

http://monicamanganelli.net/

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