Monaco: il coinvolgente Otello di Jonas Kaufmann

Otello a Monaco: il Moro di Venezia, interpretato da Jonas Kaufmann, rivisto in chiave moderna da Amélie Niermeyer.

L’impassibile pubblico bavarese ha assistito alla rappresentazione di “Otello” di Giuseppe Verdi. La rigida compostezza tedesca sembra non recepire la sfrontatezza di Jago, eppure Claudio Sgura segue la regia senza impacci o titubanze. E’ un bravissimo attore e non fa che confermare quanto sappia sfruttare al meglio la sua presenza fisica. Ha interpretato questo ruolo al Bayerische di Monaco già nel 2012 e oggi è sicuro e a suo agio nei panni della mente shakespeariana più astuta nell’arte del raggiro e dell’inganno. E’ anche eccessivo nell’impegno mimico sul palcoscenico, ma la sua voce è possente. Forse l’invito a bere rivolto a Roderigo del primo atto non è il top of moment della sua performance. Il “Bevi, bevi con me, bevi con me” della scena prima giungeva in platea troppo vibrato in un crescendo convulso che, però, andava di pari passo con l’inizio delle macchinazioni del ruolo da lui interpretato.

Il Bayerische di Monaco di Baviera è un teatro ricco che ostenta sulla scena grandi maestranze e capacità artistiche. Una regia illuminata, quella di Amélie Niermeyer, che sottolinea con semplice gestualità gli intenti emotivi dei protagonisti. Li isola ai bordi della scena, li trascina in vortici ideali realizzati con una riproduzione video in 3d ad opera di Philipp Batereau, li riporta in prima linea giocando con un’allocazione spazio temporale dei mobili sempre diversa. Un letto, una poltrona e un caminetto completano la scenografia di Christian Schmidt, semplice e spartana che, come un cubo, crea uno spazio centrale isolato.

Cambiano i punti di vista. La regia cambia la disposizione del letto ad ogni scena e così ci racconta come cambia la disposizione d’animo di Otello verso la povera Desdemona!

Otello_Kaufmann_Sgura_c) W. Hösl

Otello, Jonas Kaufmann. Il suo Otello ha qualcosa di misurato, una calma che sembra non avere molto a che vedere con l’irruenza di un moro che a Venezia si fa carico di grandi responsabilità. Un comandante di uomini fiero e forte che si mostra dolce e debole fra le braccia della sua bella Desdemona. Kaufmann, notiamo con grande divertimento, si spoglia benissimo in un momento di tenerezza con la moglie. Ma nemmeno questo ha scomposto la platea. Eppure il suo Otello è sempre più coinvolgente man mano che il dramma prende forma nella nota vicenda di gelosia omicida. Un timbro tanto pulito quanto scuro è la caratteristica inconfondibile di Kaufmann, un’interpretazione perfetta. Era come se volesse trattenere tutta la forza della sua voce dall’inizio dell’opera per lasciarla andare nell’esplosività finale della collera verdiana.

Otello, A. Harteros, J. Kaufmann c)W. Hösl

Desdemona è Anja Harteros, un soprano perfetto per questo ruolo verdiano. Migliore, senza dubbio, nell’espressione del registro medio della sua voce. Anche la sua presenza scenica ha contribuito a dare il senso del dramma all’opera in scena. Il suo è stata una sofferenza composta e profondissima. Evan LeRoy Johnson è Cassio, il luogotenente, invidiato da Jago e degradato dal suo comandante Otello per aver posto in essere un comportamento oltraggioso ai danni dell’ex governatore di Cipro Montano. Una voce agile quasi scattante con un buon fraseggio. Un’interpretazione divertente nonostante il dramma latente della storia. Vino a fiumi perfino sul suo capo e sui vestiti. Bagnato ed ubriaco: comincia così il suo prezioso contributo alla messa in scena dell’opera.

Brava Katarina Bradic nel ruolo di Emilia, moglie di Jago. Una voce bellissima, un mezzosoprano con un timbro così intenso da attirare su se stessa un attenzione maggiore di quella che richiede il ruolo interpretato.

Otello_Sgura_ W. Hösl

Il direttore d’orchestra Adam Fischer ha diretto l’opera magnificamente potendo anche contare sull’Orchestra del Teatro le cui sezione non ha avuto nessuna defaillance: fiati, archi e ottoni, hanno prodotto delle armonie impeccabili.

I costumi, moderni, curati da Annelies Vanlaere ricordavano i regimi della seconda guerra mondiale. Coerente con la regia e il video proiettato. Tutto ruotava sui temi del grigio, ad eccezion fatta per i vestiti di Desdemona che dal rosso della passione (e del sangue versato?) diventano bianchi e candidi per sottolinearne l’innocenza.

Di grande impatto le luci di Olaf Winter. Momenti di buio e di luce accecante si alternavano seguendo in modo specifico il dramma psicologico di ogni personaggio.

Alla drammaturgia, aiuto regia, Malte Krasting e Rainer Karlitschek. Stellario Fagone per il Coro, Thomas Wilhelm alla coreografia. Hanno completato il cast dell’opera Thomas Atkins in Roderigo; Tareq Nazmi in Ludovico; Milan Siljanov in Montano; Markus Suihkonen nell’araldo.

Donata Musumeci

Monaco di Baviera, 28 Settembre 2019

Photo©W.Hösl

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